(testo di M. Bubola, musica di M. Bubola e P. Fabrizi)
Avrei voluto diventare Dostoevskij per curvare le parole
per ogni piega, ogni distanza, ogni riflesso che ci scardinava il cuore
avrei voluto insieme a te rubare l'acqua della Luna
ma come Orlando ho perso il senno e ho perso anche la fortuna.
Avrei voluto cancellare dai tuoi occhi quella noia e quella solitudine
ma allora davo troppe cose per scontate e non ti seguivo più
come la pioggia anche l'amore rinfresca una stagione ostile
come la pioggia anche l'amore è destinato poi a finire.
Le cose più importanti come sempre noi le diciamo senza voce
basta guardarsi dietro il vetro di un perdono o sotto un battito di luce
e il pianto vero non ha lacrime, né spettatori né rifugio
ci siamo persi in un bicchiere e ritrovati in un naufragio
Avrei voluto diventare Dostoevskij per curvare le parole
per ogni piega, ogni distanza, ogni riflesso che ci scombinava il cuore
avrei voluto insieme a te rubare l'acqua della Luna
ma come tanti ho perso il tempo e ho perso anche la fortuna
(M.Bubola)
Tina ti seguirò lungo quelle strade in Messico
Tina, ti scriverò quando a San Francisco arriverò
dimmi che luce c'è laggiù qui ormai non la ritrovo più
dimmi che luna guardi tu, quella che io vedo non lo è più
Tina, con te io ballerò su quelle terrazze in Messico
Tina, la musica e poi il vino rosso, i baci, il buio e noi
dimmi che sogni sogni tu
io da un po' lo sai non dormo più
dimmi, le foto che farai
che verità e bellezza fermerai
Tina, ti fisserò dentro quelle piazze in Messico
Tina, io non lo so se prima di Natale tornerò
dimmi che non mi aspetterai
che il tempo è sempre vivo e tu vivrai
dimmi che non ti sazierai
del mio cuore che è poco, poco ormai
(testo e musica di M. Bubola)
Quando la luna arriva a Genova
e la mia lettera da te
lì sarà quasi estate
mentre qui l'inverno arriverà
e con l'inverno un altro anno passerà.
A Torino si dice che sei un bandito
e che stai andando alla deriva
su un battello a difendere il confine uruguayano
con un esercito che parla in italiano.
Camicie rosse, all'avventura
in una nuvola di bandiere
camicie rosse così nessuna
delle ferite si può vedere.
A volte il coraggio è come la fame
che parti randagio per terre lontane
e mangi pane e lacrime e le lacrime sono acqua salata
che più ne bevi e meno ti disseta.
e a volte il coraggio è di ritornate
senza aver fatto fortuna dall'altra parte del mare
per inseguire una stella che gira gira ti riporterà
a menare le mani per la libertà.
Camicie rosse, all'avventura
in una nuvola di bandiere
camicie rosse così nessuna
delle ferite si può vedere.
C'è chi ti ha visto a Milano tra fiori e parate
o sulle mura di Roma con divise stracciate
c'è chi ti ha visto a cavallo
con gli occhi azzurri per salutare
però li avevi marrone se dovevi scappare
Braccato in palude da sbirri e zanzare
o in un bordello di Tangeri a dimenticare
o a faticare a New York in una fabbrica di candele
a riparare il tuo cuore, a ricucirne le vele.
Camicie rosse alla ventura
in una nuvola di bandiere
Camicie rosse così nessuna
delle ferite si può vedere
Signora fortuna che brilli di notte
che ci mostri la strada e ci insegni le rotte
proteggi questa flotta di studenti e di sognatori
aggiungi al firmamento i nostri mille cuori
(testo e musica di M. Bubola)
Pochi l'hanno capito, molti l'hanno deriso
quel poeta ragazzo, quanti l'hanno ucciso
quanti critici sciocchi, poeti da salotto
quanti illustri colleghi gli cancellarono il volto
Iero ho sognato Dino Campana
col fantasma di Ofelia nella pallida luna
e si scambiavano gli occhi per capire più il mondo
le lenti delle lacrime, le lenti dell'incendio
lui non voleva la pace e non voleva la guerra
solo gettare quel ponte tra l'infinito e la terra
lui non voleva un amore per ripararsi dal cielo
così discese all'inferno per salvarsi dal gelo
Ieri ho sognato Dino Campana
scendere giù dal Falterona
e cadergli vicino una stella lontana
e coprire di sangue quella nera montagna
E di Dino Campana leggevamo la sorte
nelle luci più scure, nelle più chiare ombre
dal dolore bambino di una madre distante
alla sua breve vita, alla sua lunga morte
lui non voleva la pace e non voleva la guerra
solo gettare quel ponte tra l'infinito e la terra
lui non voleva un amore per ripararsi dal cielo
così discese all'inferno per salvarsi dal gelo
Lui non vinse mai il Nobel
e neanche un premio qualunque
ma fu un puro poeta dalle segrete,
immense onde
e morì in manicomio, dimenticato dai giorni
che troppi elettroshock gli bruciarono i sogni
(parole e musica di Massimo Bubola e Fabrizio De Andrè)
Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei e sui fatti tuoi
e al dio degli inglesi non credere mai.
E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di Lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo muto
e al loro dio perdente non credere mai.
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocefisso sulla chiesa
crocefisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di crema
e al loro dio goloso non credere mai.
E forse avevo 18 anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubai
e al dio della Scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta Andaluso
"Per la caccia al bisonte - disse - il numero è chiuso"
e a un dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horne
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tute blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui no era venuto in pace
e a un dio con la pipa non credere mai.
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in u teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria
e a un dio senza fiato non credere mai.
(parole e musica di Massimo Bubola e Fabrizio De André)
C'è una donna che semina il grano
volta la carta si vede il villano
il villano che zappa la terra
volta la carta viene la guerra
per la guerra non c'è più soldati
a piedi scalzi son tutti scappati
Angiolina cammina cammina sulle sue scarpette blu
carabiniere l'ha innamorata volta la carta e lui non c'è più
carabiniere l'ha innamorata volta la carta e lui non c'è più
C'è un bambino che sale un cancello
ruba ciliegie e piume d'uccello
tira sassate non ha dolori
volta la carta c'è il fante di cuori.
Il fante di cuori che è un fuoco di paglia
volta la carta il gallo ti sveglia
Angiolina alle sei di mattina s'intreccia i capelli con foglie d'ortica
ha una collana di ossi di pesca la gira tre volte intorno alle dita
ha una collana di ossi di pesca la gira tre volte intorno alle dita
Mia madre ha un mulino e un figlio infedele
gli inzucchera il naso di torta di mele
mia madre e il mulino son nati ridendo
volta la carta c'è un pilota biondo
pilota biondo camicie di seta
cappello di volpe sorriso da atleta
Angiolina seduta in cucina che piange che mangia insalata di more
ragazzo straniero ha un disco d'orchestra che gira veloce che parla d'amore
ragazzo straniero ha un disco di vetro che gira che gira che parla d'amore
Madamadorè ha perso sei figlie
tra i bar del porto e le sue meraviglie
Madamadorè sa puzza di gatto
volta la carta e paga il riscatto
paga il riscatto con le borse degli occhi
piene di foto di sogni interrotti
Angiolina ritaglia i giornali si veste da sposa canta vittoria
chiama i ricordi colo loro nome volta la carta e finisce in gloria
chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria
(parole e musica di Massimo Bubola)
C'è un amore che parte lontano
sulla nave del Pesce Spada
Lorelai è sopra il molo
confonde lacrime e rugiada.
"Ti porterò un anellino nero
dalle isole del corallo
ti manderò una lettera lunga
dentro una scatola di metallo.
E popi due dollari di vento
crespo e dolce come un agnello
quando sarò più stanco del mare
quando sarò più scuro e più bello..
Ti spedirò due paroline
per parlare con le stelle
e poi due labbra al gelsomino
una promessa di filo di perle".
"Mandami solo un veleno azzurro
e un coltello da pirati
se non tornerai domani
se domani è troppo tardi".
Lorela lorela lorela, lorela Lorelei
Lorela lorela lorela, povera Lorelei
(1989, testo e musica di M. Bubola)
Dedicato ad Anna Frank 4 Agosto '44
Biciclette ragazze come rondini
forcine, nastri e pettini
quando la guerra finirà.
Capelli lunghi e musica
lanterne e fisarmoniche
e gite in barca e bibite
quando la guerra finirà.
Dalla soffitta di Amsterdam
gli aerei passano
vanno più in là
la Radio arriva da oltre il mare
. . .
Buone notizie
ma c'è ancora da aspettare.
E allora scrivimi Annie, Annie, Hannah
da dove hai smesso scrivimi Annie, Annie, Hannah
da quell'Agosto scrivimi
da dove tu sei
Scrivimi Annie, Annie, Hannah
che cosa aspetti scrivimi Annie, Annie, Hannah
il tuo indirizzo scrivimi Annie, Annie, Hannah
dovunque tu sei.
Vorrei incontrare il tuo sorriso
i tuoi occhi nel chiasso
del Paradiso
a me resta un diario che finisce al rumore
di stivali e di grida
e martellate al cuore.
E allora scrivimi Annie, Annie, Hannah
da dove hai smesso scrivimi Annie, Annie, Hannan
da quell'Agosto scrivimi
da dove tu sei
Scrivimi Annie, Annie, Hannah
che cosa aspetti scrivimi Annie, Annie, Hannah
il tuo indirizzo scrivimi Annie, Annie, Hannah
dovunque tu sei.
... Pagine
pazienti più degli uomini
ritorneremo a scrivere
quando la guerra finirà
quando la guerra finirà
(testo di M. Bubola, musica di S. Severini)
La notte era chiara, la luna un grande lume
Eurialo e Niso uscirono dal campo verso il fiume
e scesero dal monte, lo zaino sulle spalle
dovevan far saltare il ponte a Serravalle.
Eurialo era un fornaio e Niso uno studente
scapparono in montagna all'otto di settembre
i boschi già dormivano, ma un gufo li avvisava
c'era un posto di blocco in fondo a quella strada.
Eurialo fece a Niso asciugandosi la fronte
Ci sono due tedeschi di guardia sopra al ponte.
La neve era caduta e il freddo la induriva
ma avevan scarpe di feltro e nessuno li sentiva.
Le sentinelle erano incantate dalla luna
fu facile sorprenderle tagliandogli la fortuna
una di loro aveva una spilla sul mantello
Eurialo la raccolse e se la mise sul cappello.
La spilla era d'argento, un'aquila imperiale
brillava nella notte più di un'aurora boreale
fu così che li videro i cani e gli aguzzini
che volevan vendicare i camerati uccisi.
Eurialo fu sorpreso in mezzo a una radura
Niso stava nascosto spiando di paura
Eurialo circondarono coprendolo di sputo
a lungo ci giocarono come fa il gatto col topo.
Ma quando vide l'amico legato intorno al ramo
trafitto dai coltelli come un San Sebastiano
Niso dovette uscire che troppo era il furore
quattro ne fece fuori prima di cadere.
E cadde sulla neve ai piedi dell'amico
e cadde anche la luna nel bosco insanguinato
due alberi fiorirono vicino a quel cimitero
i fiori erano rossi sbocciavano ogni inverno
(parole e musica di Massimo Bubola e Fabrizio De André)
Dove fiorisce il rosmarino c'è una fontana scura
dove cammina il mio destino c'è un filo di paura
qual è la direzione nessuno me lo imparò
qual è il mio vero nome ancora non lo so.
Quando la luna perde la lana e il passero la strada
quando ogni angelo è alla catena ed ogni cane abbaia
prendi la tua tristezza in mano e soffiala nel fiume
vesti di foglie il tuo dolore e coprilo di piume.
Sopra ogni cisto da qui al mare c'è un po' dei miei capelli
sopra ogni sughera il disegno di tutti i miei coltelli
l'amore delle case l'amore bioancovestito
io non l'ho mai saputo e non l'ho mai tradito.
Mio padre un falco mia madre un pagliaio stanno sulla collina
i loro occhi senza fondo seguono la mia luna
notte notte notte sola sola come il mio fuoco
piega la testa sul mio cuore e spegnilo poco a poco.
(testo e musica di M. Bubola e F. De Andrè)
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni figlio di un temporale
c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.
I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek.
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
l'inferno in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.
Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek
(parole e musica di Massimo Bubola)
Siamo partiti insieme e torneremo insieme
oltre frontiera è già primavera, l'inverno non c'è più
oltre il confine le nostre bambine, la nostra gioventù.
Anni di guerra e fame, mesi di fango e neve
oltre quel monte vedremo le onde del grano da tagliare
dalle colline vedremo la fine del nostro tribolare.
Emma non piange più, è grande non piange più
l'ho salutata addormentata nel biondo del suo blu
io l'ho lasciata appena nata, non mi riconoscerà più.
E balleremo insieme con Anna, Giulia e Irene
in quelle piazze sulle terrazze, le luminarie accese
piccola orchestra per grande festa che durerà sei mesi.
Cico ed Armando, Carlo e Fernando
risorgeranno dal loro sudario e poi berremo assieme
come fantasmi senza più armi e resteremo insieme, perché...
Siamo partiti insieme e torneremo insieme
oltre frontiera è già primavera, l'inverno non c'è più
oltre il confine le nostre bambine, la nostra gioventù.
Anni di guerra e fame, mesi di fango e neve
oltre quel monte vedremo le onde del grano da tagliare
dalle colline vedremo la fine del nostro tribolare.
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