(testo e musica di Massimo Bubola)
Hanno sparato a un angelo in fondo alla città
Hanno sparato a un angelo e adesso siamo qua
Hanno sparato a un angelo in mezzo ad una strada
A un cucciolo di sposa coperto di rugiada
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità
Hanno sparato a un angelo ed hanno spento un lume
Hanno sparato a un angelo che era ancora in piume
Hanno sparato a un angelo che ancora non sapeva
Gli abissi del mondo la Bestia che si cela
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità
Cosa possiamo piangere se non abbiamo lacrime
Cosa possiamo scrivere se non abbiamo pagine
e non possiamo credere che morta sia Pietà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità
Hanno sparato a un angelo sul fare della sera
Mentre coi genitori se ne tornava a casa
Hanno sparato a un angelo, come si spara a un topo
Come si spara a un sogno, come si spara al vuoto
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità
Cosa possiamo dire se non abbiamo voce
Noi che non sappiamo stare ai piedi della Croce
e non possiamo credere che morta sia Pietà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità
Con i suoi piedi piccoli ancora non volava
Con le sue ali tenere ancor non camminava
Con i suoi occhi a mandorla ancora sorrideva
Ai giorni che venivano come una primavera
Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
Hanno sparato a un angelo e a un po' di Eternità
(parole e musica di Massimo Bubola)
Vivevo in un paese finto
sognavo in un paese finto
ed era tutto quanto finto anche i miei sogni
Viaggiavo in un paese finto
sorridevo in un paese finto
ed era tutto quanto finto anche i tuoi occhi
Leggevo in un paese finto
piangevo sopra quelle pagine
piangevo e sembravan finte anche le mie lacrime
E' un paese finto, finto anche il cuore
così finto che non riesci più a capire
Che cosa è finto, la Verità è nemica
finta più della TV, è ormai la vita
Correvo in un paese finto
amavo in un paese finto
ed era tutto quanto finto anche l'amore
Pregavo in un paese finto
soffrivo in un paese finto
ed era diventato finto anche il dolore
Lottavo in un paese finto
finti politici e finti preti
ed era tutti quanti finti anche i poeti
E' un paese finto, finto tranne il male
così finto che non riesci più ad afferrare
Che cosa è finto, tra verità e finzione
è cinema o realtà, il tuo vero nome?
Credevo in un paese finto
di finti profeti profondi
dagli occhi azzurro-cielo e i capelli biondi
Scappavo in un paese finto
finti ribelli e finti gendarmi
l'unica cosa vera eran le armi
Scrivevo in un paese finto
un libro senza più parole
sotto un cielo color catrame senza più sole
E' un paese finto, finto anche il sole
così finto che non riesci più a capire
Che cosa è finto, la Verità è nemica
finta più della TV, è ormai la vita
la nostra vita
(parole e musica di Massimo Bubola)
Bisogna cantare e portare la croce
Legarsi ad un filo di luce
Passare il deserto dei giorni più duri
Delle ombre che non hanno futuro
Bisogna cantare e portare la croce
Perché il corvo ritrovi la voce
Per dirci il segreto dei tempi insicuri
Di queste crepe sui muri
Bisogna aver buoni riflessi
Riflessi di lucciole agl'occhi
Per difendere i sogni, i peccati ed i guai
ed il treno che non hai preso mai
Bisogna cantare e portare la croce
Perché i figli ritrovino pace
Perché troppo di niente può farli morire
Perché il niente non può mai finire
Bisogna cantare e portare la croce
perché questo al pubblico piace
le sconfitte, le lacrime, la pietà e la finzione
son più vere in televisione
Bisogna aver buoni ricordi
E un po' d'infinito negli occhi
Quante stelle cadenti, quante lacrime e blues
Quanti treni che non passano più
(Solo)
Bisogna aver buoni riflessi
Riflessi di lucciole agl'occhi
Per difendere i sogni, gli amori ed i guai
ed il treno che non hai preso mai
Bisogna cantare e portare la croce
Lassù su quel monte che tace
Ogni pietra nasconde una goccia di sangue
Una rosa, una piuma, un diamante
Ogni pietra nasconde una goccia di sangue
Un eterno, una vita, un instante
Bisogna aver buoni ricordi
E un po' d'infinito negli occhi
Quante stelle cadenti, quante lacrime e blues
Quanti treni che non tornano più
(parole e musica di Massimo Bubola)
Sei mai arrivato al punto di non ritorno
quando si ghiacciano le parole
e non riesci più a staccare la polvere
da sopra il tuo cuore
E l'anima stride come una cancello aperto
nel vento là sul confine
e la tristezza ti rotola accanto
come un cespuglio di spine
Nei pugni stringi un indirizzo tranquillo
dove cancellano i pegni
il tuo sentiero finisce laggiù
al capolinea dei sogni
al capolinea dei sogni
Da ragazzo avevi visto il mondo cambiare
o almeno avevi creduto
di averlo visto cambiare colore
come le foglie d'autunno
e le speranze tu le hai viste cadere
tu che le avevi viste in fiore
con il sorriso di una terra che crede
in un futuro migliore
Intorno al collo hai la chiave di un bar
dove ubriacare i ricordi
finché ti accorgi che sei giunto là
al capolinea dei sogni
al capolinea dei sogni
Ed hai baciato sulla bocca la vita
e poi la morte negl'occhi
hai superato una sconfitta ogni giorno
in un paese di sciocchi
Ed hai capito che era tutto finito
ma solo all'ultimo istante
puntando tutto su un unico numero
come uno sparo alla fronte
In Paradiso c'è la mappa di un posto
dove si azzerano i conti
c'è una corriera che porta lassù
al capolinea dei sogni
al capolinea dei sogni
(parole e musica di Massimo Bubola e Beppe Grillo)
Analogico è il legno, sulle pietre il disegno
il passare del tempo, son le frecce ed il cerchio
analogico è il vento, nelle grotte il silenzio
che ti lascia pensare, difendere, attaccare
piangere chi non c'è più, analogico è il blues
Digitale è virtuale, digitale è eventuale
è prendere o lasciare, la spirale epocale
digitale è spettrale, la TV del reale
la banalità del male, digital-coloniale
digitale è surplus, digitale è mai più
Dammi una leva, dammi un bastone
dammi una clava, dammi un piccone
dammi un martello, dammi un mattone
dammi un manubrio, dammi un cannone
dammi qualcosa da toccare, qualcosa da tirare
qualcosa che si possa bruciare
non un calembour! Dammi tutti i miei blues!
Analogico è il fiume, le radici, le piume
analogica è la neve, è l'inverno che viene
analogico è il sale, il grembiule, il maiale
e lo è pure il pugnale che s'infila nel cuore
ed il sangue vien giù, analogico è il blues
Digitale è inodore, digitale è insapore
digitale è aleatorio, digital-provvisorio
futuribile lusso, digitale riflusso
digital-maniacale, digitale-seriale
digitale è kaputt, digitale è mai più
Dammi una leva, dammi un bastone
dammi una clava, dammi un piccone
dammi un martello,dammi un mattone
dammi un manubrio, dammi un cannone
dammi qualcosa da toccare, qualcosa da tirare
qualcosa che si possa bruciare
non un calembour! Dammi tutti i miei blues!
Analogico è il viale, le biciclette, il temporale
Analogico è autunnale, son le rughe, le piaghe
È lasciarsi scordare, è lasciarsi invecchiare
senza farsi tirare, senza mai presenziare
fino all'ultimo bluff, analogico è il blues
(Solo)
Dammi una leva, dammi un bastone
dammi una clava, dammi un piccone
dammi un martello, dammi un mattone
dammi un manubrio, dammi un cannone
dammi qualcosa da toccare, qualcosa da tirare
qualcosa che si possa bruciare
non un calembour! Dammi tutti i miei blues!
Digital-laterale, digit-trasversale
Digital-capillare, digitale sleale
Digitale spirale, digitale globale
Digital-criminale, digitale pestilenziale
Digitale- letale, digital-funerale
Digital-digitale, digital-digitale
(parole e musica di Massimo Bubola)
Sono lacrime parallele quelle che stan scendendo piano
sono come due sorelle che si tengono per mano
vanno sopra i prati aperti, nella notte che viene giù
sul profilo delle montagne c'è una luce che non brilla più
Sono lacrime parallele quelle che adesso noi vediamo
perché tu sei andato avanti, perché sei già così lontano
non ti possono accompagnare né tua moglie, né il tuo bambino
né i tuoi amici, né i tuoi boschi e nemmeno un po' di vino
Sono lacrime parallele le rotaie del nostro cuore
che ci seguono fino in fondo, oltre la curva del dolore
sono fiaccole silenziose e che si perdono in lontananza
sono lucciole luminose dentro il buio della speranza
Sono lacrime parallele che dalle guance bagnano la stanza
e riempiono due scodelle di latte caldo e di polenta bianca
si consumano le candele più veloci delle preghiere
quante lacrime rimaste orfane che dormiranno nella neve
Sono lacrime parallele le rotaie del nostro cuore
che ci seguono fino in fondo, oltre la curva del dolore
sono fiaccole silenziose e che si perdono in lontananza
sono lucciole luminose dentro il buio della speranza
(parole e musica di Massimo Bubola)
Ho visto folle in fiamme
Buttare giù le porte
Travolgere le torri
Ballare con la Morte
Cambiare in poche ore
il corso della storia
Catene lunghe secoli,
in ali di vittoria
Il 15 di marzo al centro del Senato
Cadeva Giulio Cesare
più volte pugnalato
E quando disse a Bruto
- Tu figlio, mi condanni !-
I congiurati urlarono
col sangue sulle mani
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
14 di luglio assalto alla Bastiglia
La gente di Parigi scatena il parapiglia
Le teste cominciarono a cadere sopra i panni
E fu la Ghigliottina la hit per molti anni
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
C'è sempre una speranza
per il popolo sconfitto
che la Giustizia un giorno vincerà
C'è sempre un'illusione
per il più derelitto
che nessun potere mai cancellerà
E siamo sempre qui
su queste barricate
formate da tv
e radio abbandonate
a combattere col Regno
dei Grandi Disinganni
a urlar la stessa frase
da diecimila anni
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
A morte i tiranni !
(parole e musica di Massimo Bubola)
Tasse sui sogni, tasse sul gioco
Tasse sull'acqua, tasse sul fuoco
Tasse sulle case, tasse sulle tombe
Tasse sui falchi e sulle colombe
Tasse sul gas, tasse sul pane
Tasse su tutto quello che ti rimane
Tasse sulla benzina, tasse sui bolli
Tasse sulle volpi, tasse sui polli
Tasse sul sale, tasse sui tabacchi
Tasse sugli eroi, tasse sui vigliacchi
Tasse sul treno e sulla corriera
Tasse d'inverno, tasse a primavera
Tasse su Venere, tasse su Bacco
Tasse sul peccato, tasse sull'alcool
Tasse sulle scommesse, tasse sui vizi
Tasse per la politica e i vitalizi
Tasse per le ostriche e per lo Champagne
Tasse per le inondazioni e per la siccità
(Solo)
Tasse sui cani, tasse sui gatti
Tasse sulle pulci, tasse sui ratti
Tasse sul vento, tasse sulle barche
Tasse sulle ali, tasse sulle scarpe
Tasse sullo smoking e la sulla canottiera
Tasse al mattino, tasse ogni sera
Tasse sul riso, tasse sul pianto
Tasse sui libri, tasse sul canto
Tasse per il sole e per la luna
Tasse sul culo e sulla sfortuna
Tasse per i giocolieri e i saltimbanchi
Tasse su tasse, non siete stanchi?
(Solo)
Tasse per il gratta, tasse per la scorta
Tasse per le lotterie, tasse per l'Europa
Tasse per la sanità, tasse sui rifiuti
Tasse per i chiacchieroni, tasse per i muti
Tasse per l'inferno e per l'Aldilà
Tasse su tasse per l'eternità!
Tasse su tasse
tasse su tasse
tasse su tasse
(parole e musica di Massimo Bubola)
C'è una canzone che mi spacca il cuore
segreta e misteriosa
la radio sta brillando al buio
sotto un cielo pericoloso
Tu dove sei?
Dove sarai?
Senza di me
Stanotte?
C'è una canzone che mi spacca il cuore
volubile e capricciosa
c'è una luna famelica
che divora ogni cosa
Tu dove vai?
Tu dove andrai?
Senza di me
Stanotte, anche stanotte?
C'è una canzone che mi spacca il cuore
come il morso di una cane
c'è un sipario che si chiude
prima della fine
è un amore che piange
è un amore che ha fame
che vuole te
Stanotte!
C'è una canzone che mi spacca il cuore
l'hai scritta tu
crudele e fredda come un silenziatore
una 44 magnum super blue
Tu con chi sei?
Con chi starai
Lo scoprirò
Stanotte.
(testo e musica di Massimo Bubola)
Ridammi quei risvegli nei giorni senza sole
Le risa che rimbalzano come sassi sopra il mare
Ridammi quella musica che s'impiglia tra i capelli
Canzoni che riparano dalla pioggia come ombrelli
Ridammi quelle onde alte come cattedrali
Gli uccelli alzarsi in volo e poi cadere come pugnali
E le promesse infrante come navi nella tempesta
La gelosia invincibile che uccide ogni risposta
Ridammi indietro il tempo un altro non ne ho
Ridammi indietro tempo e te lo renderò
Riportami il mio cuore un altro non ne ho
Ridammi indietro il cuore e te lo ridarò
Ridammi quelle nebbie che si alzano mentre parli
Gli angeli alla finestra che aspettano che tu li guardi
Con quei tuoi occhi scuri che attraversano le pagine
Con quei tuoi occhi scuri di polvere e di lacrime
Ridammi indietro il tempo un altro non ne ho
Ridammi indietro tempo e te lo renderò
Riportami il mio cuore un altro non ne ho
Ridammi indietro il cuore e te lo ridarò
(Solo)
Ridammi quei ricordi che non hai cancellato
Ridammi quelle lettere che poi non hai bruciato
Nascondimi sul tuo seno come una piccola foto
Come una madre insonne che culla un letto vuoto
Ridammi indietro il tempo un altro non ne ho
Ridammi indietro tempo e te lo renderò
Riportami il mio cuore un altro non ne ho
Ridammi indietro il cuore e te lo ridarò
Ridammi indietro il cuore e te lo ridarò
(testo e musica di Massimo Bubola)
In alto i cuori quando il sole scende
ed il buio copre la città
In alto i cuori quando senti più freddo
e non c'è niente che ti scalderà
In alto i cuori quando il cielo è muto
e anche la pioggia non ti ascolterà
In alto i cuori se ti senti smarrito
perché qualcuno ti ritroverà
In alto i cuori quando tutto brucia
ed il fuoco non si ferma più
In alto i cuori quando tutto è perduto
In alto i cuori, portali lassù
In alto i cuori se l'anima è spenta
e resta accesa solo la TV
In alto i cuori quando tutto è silenzio
in un paese che non brilla più
In alto i cuori riprenditi i tuoi sogni
Tienili stretti non lasciarli più
In alto i cuori quando tutto è finito
In alto i cuori, guardali lassù
(Solo)
In alto i cuori quando tutto crolla
ed il sipario non si alza più
In alto i cuori se poi senti lontano
ridere e piangere e ridere di più
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