(testo e musica di M. Bubola)
Chilometri, chilometri
di chiodi, croci e crimini
ecco quello che tu lasci dietro di te
Chilometri, chilometri
di crani, cristi e crepiti
ecco la guerra che tu fai, piccolo re
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
i denti gialli del lupo nella tempesta
Chilometri, chilometri
di vedove e di orfani
ecco quello che tu lasci dietro di te
Chilometri, chilometri
di diavoli e di fulmini
ecco la guerra che tu fai, piccolo re
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
i denti gialli del lupo nella tempesta
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
vedo le mosche coprire la tua finestra
e se c'è un Dio
e se c'è mai un Dio
peggio per te
sì, peggio per te
(solo)
Centimetri, centimetri
cecchini centri cimici
ecco quello che tu lasci dietro di te
centimetri, centimetri
solo cinque centimetri
perché tu vada all'inferno, piccolo re
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
i denti gialli del lupo nella tempesta
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
vedo le mosche coprire la tua finestra
. . . . . . . . . .
(testo e musica di M. Bubola)
Ho la mia casa sopra l'oceano e una corona di cielo in testa
ho un grande bosco sulla collina ed una luce chiara di tempesta
ho sei chitarre ed una moto d'acciaio e cuoio degna di un re
ho tutto questo ed altro ancora
e molto ancora, ma non ho te
Ho un aereoplano figlio del vento che si alza in cielo ad ogni temporale
ed un vascello che taglia l'onda che sfida e batte grandine e maestrale
ed ogni sera cento ragazze, cento finestre accese per me
ho tutto questo ed altro ancora
e molto ancora, ma non ho te
molto di niente se non ho te
E mi trascino la notte e il giorno come un fantasma di bar in bar
bevendo birra, tossendo lacrime sfidando la forza di gravità
con un bicchiere sopra la testa ed una voce dentro di me
che mi ripete, che mi ricorda
che non ho niente se non ho te
molto di niente se non ho te
Ho carri zingari e cavalli arabi ed un cappello scaccia-malinconie
ho frigoriferi pieni di dollari ed uno stagno pieno di fotografie
e rose bianche ogni mattina sopra il vassoio con il caffè
ho tutto questo ed altro ancora
e molto ancora ma non ho te
molto di niente se non ho te
E mi trascino la notte e il giorno come un fantasma di bar in bar
bevendo birra, sputando lacrime sfidando la forza di gravità
con un bicchiere sopra la testa ed una voce dentro di me
che mi ripete, che mi ricorda
che non ho niente se non ho te
molto di niente se non ho te
con una spada sopra la testa
ed una luce dentro di me
che mi ripete che mi ricorda
che non ho niente se non ho te
molto di niente se non ho te
che non ho niente se non ho te
(testo e musica di M. Bubola)
Un inverno fa
verso Brandon Bay
entro dentro un pub
nel buio delle sei
fuori c'era il diluvio
cani e pietre dal cielo
ma lì dietro il bar
cantava un usignolo
Cantava sha la la
chi si porterà via
sha la la la la la
il cuore e l'anima mia
chi così crudele
da rubarmi a mia madre
chi così bandito
da chiedermi a mio padre
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la la la
Aveva gli occhi azzurri
due luminosi zaffiri
i denti così bianchi
capelli nero-corvini
tutto in lei era grazia
ogni suo movimento
ma lo sguardo era inquieto
come mosso dal vento
E poi si fece avanti
e mi donò un lungo bacio
ardente d'oro fuso
gelido come il peccato
mi disse - Questo ti può bastare
per portami via con te
per cancellare i tuoi sogni
per morire per me
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la la la
E dopo entrò suo padre
con un coltello in mano
suo madre chiuse a chiave
facendo un gran baccano
gridò - Da questa parte
se vuoi uscire di qui
devi uscire a pezzi
sei troppo lungo così
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la la la
Sembrava un brutto sogno
un triste, vecchio reato
un lungo sporco conto
che non avevo saldato
- Dormi non ti svegliare! -
e mi coprì col lenzuolo
sdraiata lì al mio fianco
vegliava l'usignolo
- Dormi non ti agitare! -
e vidi il punteruolo
poi cominciò a pregare
quel tenero usignolo
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la
Sha la la la la la la
(testo e musica di M. Bubola)
Volevo essere il tuo capitano
guidarti nella bufera
ti avrei portato così lontano
così leggera
Volevo essere la tua regina
donarti il cuore e la spada
volevo essere la tua bambina
e la tua donna di strada
Ora che tu non sei più qui
i cani abbaiano, le porte sbattono
Ora che tu non sei più qui
i libri cadono, le greggi sbandano
Ora che non sei con me
dovrò imparare a rivivere
ora che non sei con me
dovrò qualcosa decidere
Ora che tu non sei più il mio capitano
ora che io non son più il tuo capitano
Potevo correre sulla scogliera
se ti vedevo arrivare
potevo attenderti nella preghiera
in riva al mare
Ora che tu non sei più qui
i cani abbaiano, le porte sbattono,
Ora che tu non sei più qui
i libri cadono, le greggi sbandano
Ora che non sei con me
dovrò imparare a rivivere
ora che non sei con me
dovrò qualcosa decidere
Ora che tu non sei più il mio capitano
ora che io non son più il tuo capitano
(solo)
Ora che tu non sei più qui
i cani abbaiano, le porte sbattono,
Ora che tu non sei più qui
i libri cadono, le greggi sbandano
Ora che non sei con me
dovrò imparare a rivivere
ora che non sei con me
dovrò qualcosa decidere
Ora che tu non sei più il mio capitano
ora che io non son più il tuo capitano
(testo e musica di M. Bubola)
Ho perduto tutti
mi son perso anch'io
là nella battaglia
dolce amore mio
Ordine d'assalto
cinque di mattina
correvamo in alto
verso la collina
Poi scoppiò l'inferno
caddi a faccia ingiù
giù dentro l'inverno
poi non ricordo più
e dal grande inverno
non si torna più
Gonne al vento, luce e gerani, io ti vedo lì
con la prima neve ai balconi, tu pensami così
mentre girano come alberi
gli anni e le stagioni
la vita che se ne va
in un attimo
un attimo ....
Rosso sopra verde
è la mia divisa
chiamo e non mi sento
puoi sentirmi tu?
(testo e musica di M. Bubola)
Prima voce narrante
? La storia inizia quando, tra le rosse montagne dei Comanche
a poche ore di cavallo dal Rio Grande, vicino al El Paso
in una baracca di lamiera, in cima a una collina,
tra armadilli, serpenti a sonagli e coyotes,
Richard McLaren e la moglie Evelyn, Jonathan Sheidt, Archie Lowe,
Robert Kesterson ed altri sei compagni
fondarono la Repubblica del Texas
e i ribelli dichiararono guerra agli Stati Uniti d'America
? Guarda là come brilla nella tempesta
quella grande stella gialla nel cielo blù
del Grande Texas State!
Ihe, ihe, ihei!
combatteremo contro gli Usa!
Ehi, ihe, ihe, ihei!
«Vittoria o morte» per il Texas State! ?
Era il 26 di aprile del '97.
Subito la zona venne circondata dal «triplo cordone di sicurezza»
Seconda voce narrante
? Si schierarono in più di trecento. C'erano Troopers con i lunghi fucili,
quelli della Guardia Nazionale con i blindati, i Texas Rangers a cavallo,
gli sceriffi delle contee vicine con i cani da «caccia all'uomo»,
i federali con le loro facce da damerini dell'East Coast,
teste di cuoio, elicotteri da combattimento e artificieri.
E il capitano della polizia Mike Cox, gridò al megafono
? Arrendetevi, in nome della legge! ?
? Guarda là come brilla nella tempesta
quella grande stella gialla nel cielo blù
del Grande Texas State!
Ihe, ihe, ihei!
combatteremo contro gli USA!
Ehi, ihe, ihe, ihei!
«Vittoria o morte» per il Texas State! ?
(solo)
Seconda voce narrante
? Dopo una settimana di assedio, dopo aver minacciato via Internet
di «immolarsi per la patria texana», alla mattina si arrese Evelyn McLaren,
poi alla sera tutti i ribelli si consegnarono al capitano Cox ?
? Guarda là come brilla nella tempesta
quella grande stella gialla nel cielo blù
del Grande Texas State
Ihe, ihe, ihei!
combatteremo contro gli USA!
Ehi, ihe, ihe, ihei!
«Vittoria o morte» per il Texas State! ?
Terza voce narrante
? Chi si ricorda di Alamo?
La notte in cui morirono David Crockett e William Barret Travis,
insieme a 200 volontari texani, dopo due settimane d'assedio,
combattendo contro 2000 soldati messicani
comandati dal generale Antonio Lopez de Santa Ana. Era il 24 febbraio del 1836.
Il 21 aprile successivo, sull'onda di quel sacrificio,
il generale Sam Houston a San Jacinto, sconfisse i messicani
e proclamò l'indipendenza del Texas, che entrerà nell'Unione nel 1845
(testo e musica di M. Bubola)
Lunga vita a Johnny
lunga vita a te
re del plenilunio
delle notti di lamé
Johnny era distratto
distratto dalle donne
una mina vagante
un cavaliere insonne
Lunga vita a Johnny
e alla sua velocità
costante e luminosa
come una ruota al Luna Park
Johnny era un bugiardo
un dolce truffatore
ma quando sorrideva
ti radiografava il cuore
Lunga vita a Johnny
e alla sua libertà
venduta cento volte
pagata un'infinità
Johnny era un ragazzo
che non aveva età
campava col bigliardo
ma viveva per il jazz
Vorrei avere una moneta
per ogni volta che tu mi hai ucciso
Vorrei avere una moneta
per ogni graffio che hai sul viso
Vorrei avere una moneta
per quando tu ritornerai da me
Lunga vita a Johnny
Lunga vita a Johnny
Lunga vita a Johnny
Lunga vita a te
E quella notte che ti braccheranno
i caramba o la malinconia
e quella notte che ti cercheranno
peggio gli amici che la polizia
allora troverai una via
allora forse tornerai da me
Lunga vita a Johnny
Lunga vita a Johnny
Lunga vita a Johnny
Lunga vita a te
(testo e musica di M. Bubola)
Pochi l'hanno capito, molti l'hanno deriso
quel poeta ragazzo, quanti l'hanno ucciso
quanti critici sciocchi, poeti da salotto
quanti illustri colleghi gli cancellarono il volto
Iero ho sognato Dino Campana
col fantasma di Ofelia nella pallida luna
e si scambiavano gli occhi per capire più il mondo
le lenti delle lacrime, le lenti dell'incendio
lui non voleva la pace e non voleva la guerra
solo gettare quel ponte tra l'infinito e la terra
lui non voleva un amore per ripararsi dal cielo
così discese all'inferno per salvarsi dal gelo
Ieri ho sognato Dino Campana
scendere giù dal Falterona
e cadergli vicino una stella lontana
e coprire di sangue quella nera montagna
E di Dino Campana leggevamo la sorte
nelle luci più scure, nelle più chiare ombre
dal dolore bambino di una madre distante
alla sua breve vita, alla sua lunga morte
lui non voleva la pace e non voleva la guerra
solo gettare quel ponte tra l'infinito e la terra
lui non voleva un amore per ripararsi dal cielo
così discese all'inferno per salvarsi dal gelo
Lui non vinse mai il Nobel
e neanche un premio qualunque
ma fu un puro poeta dalle segrete,
immense onde
e morì in manicomio, dimenticato dai giorni
che troppi elettroshock gli bruciarono i sogni
(testo e musica di M. Bubola)
Le alte onde grigie dell'Atlantico
s'infrangono sul molo sul mio vecchio paltò
la mia abitudine di uscire quando piove
la solitudine uccide la ragione
Addio e goodbye
Addio e goodbye
Addio e goodbye goodbye... goodbye...
la fronte sopra il vetro gelato del Motel
il letto sfatto e inquieto sull'alba di Calais
tu stringimi più forte non dire mai il tuo nome
filo spinato e vetri circondano il mio cuore
Addio e goodbye
Addio e goodbye
Addio e goodbye goodbye... goodbye...
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
se mai puoi perdonare, perdona prima te
è tempo di tornare ancora a credere
Addio e goodbye
Addio e goodbye
Addio e goodbye goodbye... goodbye...
(testo e musica di M. Bubola)
Spegni la luce, amore mio, e fa brillare il tuo cuore,
fuori fa freddo, fuori di qui c'è un AngeloSterminatore
chiudendo i vetri, coprendoli, noi resteremo qui assieme
chiudendo i vetri, coprendoci, non sentiremo sirene
Segni la luna, amore mio, e fa parlare il tuo cuore
l'Angelo inonda questa città, divora e inghiotte ogni cosa
chiudendo gli occhi, stringendoli, noi ci vedremo nel buio
chiudendo gli occhi, stringendoci, non sentiremo il diluvio
Non aspettare ancora
ti prego fallo ora
e non aver paura
se il fuoco brucerà
se il fuoco brucerà
se il fuoco brucerà
Spegni la pioggia, amore mio, e fa asciugare il tuo cuore
è già passato e non tornerà quell'Angelo Sterminatore
chiudendo gli occhi, stringendoli, noi passeremo nel buio
chiudendo gli occhi, stringiamoci, non sentiremo il diluvio
Non aspettare ancora
ti prego fallo ora
e non aver paura
se il fuoco brucerà
se il fuoco brucerà
se il fuoco brucerà
vorrei parlarti fino a diventare muto
diventare muto
vorrei guardartifino a diventare cieco
diventare cieco
Non aspettare ancora
ti prego, fallo ora
e non aver paura
che il fuoco brucerà
che il fuoco brucerà
che il fuoco brucerà
(testo e musica di M. Bubola)
Svegliati San Giovanni non ti addormentare
vedo tre lune, tre lune nere arrivare
una è luna di pioggia, una è luna di vento
la terza è luna di lutto, di grandine e tormento
Svegliati San Giovanni non ci abbandonare
e getta queste tre lune in una grotta del mare
dove non canta gallo, dove non brilla luce
dove non cresce l'erba e il freddo non da pace
Svegliati San Giovanni, non senti che rumore
è il diavolo che affila i denti, i denti sul mio cuore
che getta lo scompiglio sulla mia poca fede
mi fa tremare i polsi, il sangue nelle vene
Svegliati San Giovanni datti un po' da fare
scendi tra noi uomini, scendi dall'altare
e libera questa casa dal cerchio di paura
e caccia queste tre lune di fame e di sventura
Svegliati San Giovanni, non senti che dolore
è la Grazia che si allontana, che esce dal mio cuore
che fa tremare i vetri e piangere chi amo
inacidire il vino e poi marcire il grano
(solo)
. . . . . . . . .
e benedici i quattro angoli
del cielo e della terra
e fa tornare il sole,
il bello sulla terra
(testo e musica di M. Bubola)
Davanti a te, o mio Signor
io poserò le mie chitarre e il mio fucile
davanti a te io scriverò
tutto l'amore che ho perduto, mio Signor
Davanti a te riposerò
dove la sabbia dei ricordi è sangue d'oro
davanti a te non sporcherò
il mio bicchiere di parole, mio Signor
Davanti a te io rivedrò
tutti quei boschi e quei cortili nella neve
le lunghe estati e quei falò
lungo le rive dei tuoi occhi, mio Signor
E di domande più non ne avrò
non scaverò tutti quei buchi dentro il cielo
davanti a te mi spingerò
fino a toccare le tue labbra, mio Signor
Scarlatte nuvole degli assassini
ora fioriscono i deserti del Paradiso
dove i bambini si fermano
ad ascoltare chi li chiama già da un po'
Angeli e santi discendono
dai mille piedi della luce e del perdono
le nostre ali riprendono
ad esser braccia tra le tue braccia, mio Signor
Davanti a te io rivedrò
tutta la pioggia che cadeva giù dal cielo
e insieme a te mi sveglierò
nel GrandeSogno che hai sognato, mio Signor
nel GrandeSogno che hai sognato, mio Signor
(testo e musica di M. Bubola)
Mon trésor,
ti devo lasciare perché
l'imperatore mi vuole a Parigi con sé
Mon trésor, la vita si stacca da me
perché tu sei la mia vita
e non posso portarti con me
Niente sarà come prima
per un padre che già ti abbandona
e crescerai mia bambina
laggiù nella bella Verona
. . . . .
perché tu sei la mia vita
e non posso portarti
con me...
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