(parole di M. Bubola - musica di M. Gazich e M. Bubola)
Ti ho cercata, amore, ti ho cercata così a lungo
ho viaggiato i sette mari, i quattro angoli del mondo
potevo sposare la figlia di un re
ma l'ho lasciata pensando a te -
- Se tu l'hai lasciata, allora sei da biasimare
inconsolata starà lì ad aspettare
io invece ho un marito, fa il muratore
per niente al mondo spezzerei il suo cuore -
- Dimentica, dimentica il tuo bel muratore
sali sulla nave del tuo ritrovato amore
ti porterò dove c'è sempre il sole
laggiù in Italia dove nascono le rose -
- Ho due bambini che non sanno camminare
dovrò baciarli fino a farli addormentare
poi uscirò con il primo chiaro
e salirò sopra il tuo veliero -
Navigammo cento giorni e poi quattro settimane
il nostro amore era un tuono, una tempesta senza fine.
Oro e diamanti dalla testa ai piedi
sei marinai pronti a quel che chiedi.
- Perché piangi amore mio, perché piangi dolce sposa
piangi tuo marito o piangi forse la tua casa? -
- Piango i miei bambini, mi mancano
sento nel vento che mi chiamano -
- Che isole son quelle, bianche come neve? -
- Sono il Paradiso che non potremo mai vedere -
- Che isole son quelle, nere di carbone? -
- Sono l'Inferno dove andremo insieme -
Così il veliero cominciò a vacillare
come se un mostro lo tirasse in fondo al mare
tre volte girò nel gorgo scuro
tre volte girò poi sparì nel buio
(parole e musica di M. Bubola)
È specialmente in gennaio
che ci mordono le volpi.
È specialmente in gennaio
che annaffiamo queste croci.
Specialmente in gennaio
qualcosa filtra da lasssù.
Specialmente in gennaio
perdoniamo un po' di più.
Specialmente in gennaio
camminiamo più veloci.
È specialmente in gennaio
che le lacrime son dolci
ci consola la pioggia
e i sogni parlano di più.
Specialmente in gennaio
noi dormiamo a testa ingiù.
Dovunque sei
dovunque vai
c'è una musica più in là.
Quello che eri
quel che sarai
ti rivela un po' di più.
Poi guardi il cielo e c'è una stella nuova lassù
e quella stella che brilla in cielo, quella sei tu.
È specialmente in gennaio
che ritornano le voci.
È specialmente in gennaio
che ci allagano i ricordi.
È specialmente in gennaio
che mi manchi un po' di più.
Specialmente in gennaio
porto il tuo giaccone blu.
Dovunque sei
dovunque vai
c'è una musica più in là.
Quel che vedevi
quel che vedrai
ti rivela un po' di più.
Se le parole dagli occhi nel cuore ti scendono giù
se le parole negli occhi dal cuore ti salgono su.
È specialmente in gennaio
che gli amici sono forti,
che ci ascoltano a lungo
quando i giorni son più corti
ma mai niente o nessuno
ci consolerà quaggiù.
Specialmente in gennaio
il freddo non ti molla più.
Dovunque sei
dovunque vai
c'è una musica più in là
Quello che eri
quel che sarai
ti rivela un po' di più.
Poi guardi il cielo e c'è una stella nuova lassù
e quella stella che brilla in cielo, quella sei tu
(parole e musica di Massimo Bubola)
A volte i salici cantano sottovoce
lungo le rive del fiume
raccontano la storia di chi non c'è più
oggi piangono Roger, Roger McClure.
Ancora bambino dovevi lottare
contro il destino e la fame
sei arrivato a Dublino, a piedi dal sud
con solo il tuo nome: Roger McClure.
Un fiore selvaggio cresciuto così,
senza un consiglio, un rifugio
il figlio di tutti e di nessuno eri tu
il tuo nome era Roger, Roger McClure.
Né carezze di madre, né il consiglio di un padre
la tua casa era un pub diroccato
tu e la giovane banda dormivi laggiù
il tuo nome era Roger, Roger McClure.
Un fiore selvaggio cresciuto così
tra l'immondizia e la strada
eran furti e rapine la tua gioventù
il tuo nome era Roger, Roger McClure.
- Ehi, ragazzo, attento a te
te la faremo pagare! -
Gridarono gli uomini vestiti di blu
- Sappiamo il tuo nome: sei Roger McClure! -
Un fiore selvaggio cresciuto così
senza un amore, un rifugio
il figlio di tutti e di nessuno eri tu,
il tuo nome era Roger, Roger McClure
Prelevato una notte, linciato laggiù,
il tuo nome era Roger, Roger McClure
il tuo nome era Roger McClure
(parole e musica di Massimo Bubola)
Quando il sole scende, stai con me
quando la luna si accende, stai con me
quando le stelle cadono e tu ti chiedi perché
tutto diventa cenere, stai con me.
Con quel bimbo che hai perso, stai con me
sorella del silenzio, stai con me
quando le tue pagine non si leggono più
quando le tue lacrime non si vedono più.
Dentro quelle foto stai con me
dentro il mio cappotto stai con me
anche così ferita stai con me.
Quando le parole non servono più
e le spiegazioni ti buttano giù.
Quando i miei peccati tu non ricorderai più
e sui torti i meriti conteranno di più.
Davanti a questo specchio, stai con me
questo specchio vecchio, stai con me
anche se mi hai tradito stai con me.
Dentro questo vuoto, stai con me
quando tutto è rotto, stai con me
balla questo walzer insieme a me.
Dentro Vienna in fiamme, stai con me
in questo fine-inverno stai con me.
Quando nella notte fa freddo sempre di più
e i sogni son chilometri e non ti ritrovi più.
Quando nella notte il vento urla sempre di più
abbracciati ai miei fianchi e stai con me
(parole e musica di Massimo Bubola)
Ti ho incontrata una mattina
mentre andavi alla fontana
con il vento che girava a tramontana.
Il mio cuore è andato a pezzi
come un calice di ghiaccio
che si stacca e cade giù da una grondaia.
Dimmi se ti posso dire,
se ti posso accompagnare,
la tua cesta di lenzuola da portare.
E se posso poi sperare
di vederti sola sola
senza gli occhi di tua madre sulla schiena.
Ma il lunedì ho da pulire
martedì devo cucire
mercoledì ho tre fratelli d'accudire
giovedì ho da lavare
venerdì devo stirare
mentre sabato ho i capelli da tagliare
E la domenica, domenica
la domenica mi devo riposare.
E la domenica, domenica
la domenica mi devo riposare.
Alla messa in terza fila
dalla parte delle donne
c'era un angelo con le ali e con le gonne.
Di profilo la vedevo
che cantava sotto il velo
non riuscivo più a seguire né a pregare.
Dimmi se ti posso dire,
se ti posso accompagnare
verso casa in bicicletta lungo il fiume.
E se posso poi sperare
di poterti rivedere
in un posto che si possa ragionare.
Ma il lunedì ho da pulire
martedì devo cucire
mercoledì ho tre fratelli d'accudire
giovedì ho da lavare
venerdì devo stirare
mentre sabato ho i capelli da tagliare.
E la domenica, domenica
la domenica mi devo riposare.
E la domenica, domenica
la domenica mi devo riposare.
Ti ho incontrata una mattina
mentre andavi alla fontana
con il vento che girava a tramontana.
I capelli color rame
i tuoi occhi fiordalisi
e la bocca da Madonna dei Ciliegi.
Ma il lunedì ho da pulire
martedì devo cucire
mercoledì ho tre fratelli d'accudire
giovedì ho da lavare
venerdì devo stirare
mentre sabato ho i capelli da tagliare.
E la domenica, domenica
la domenica mi devo maritare.
E poi domenica, domenica
poi domenica mi devo maritare
(testo di M. Bubola, musica trad. arr. Massimo Bubola)
Entrambi sorridono con occhi distanti
entrambi arrossiscono appena li guardi
entrambi soldati, ma figli di re
entrambi vogliono te.
Entrambi hanno fede e coraggio bastanti
entrambi s'inchinano se passi davanti
entrambi testardi che più non ce n'è
entrambi vogliono te.
E tu li cerchi e tu li perdi
e tu e tu non sai scegliere.
E tu li leghi e tu li sciogli
e tu e tu li vuoi entrambi per te.
Entrambi hanno sogni come stelle filanti
entrambi hanno un cuore sui loro stendardi
entrambi disperati, persi perché
entrambi vogliono te
E tu li cerchi e tu li perdi
e tu e tu non sai scegliere.
E tu li leghi e tu li sciogli
e tu e tu li vuoi entrambi per te.
Entrambi sorridono con occhi distanti
entrambi arrossiscono appena li guardi
entrambi soldati, ma figli di re
entrambi vogliono te
(parole e musica di M. Bubola)
Ai confini del tempo
dove è quiete e silenzio,
c'è qualcuno che chiama
sento quella campana
che suona per me.
C'è qualcuno che chiama
come quella campana
che parla di te.
Quando avevo diec'anni
non avevo mai affanni
e credevo che il tempo
per me fosse eterno
e lo fosse per te.
Ora so chi mi chiama
sento quella campana
che parla di te.
Ora avanti negli anni
ti riincontro nei sogni
e non serve più a niente
sapere che forse
sei felice lassù
e difendi quel vuoto
se non puoi avere indietro
la sua gioventù.
Ai confini del tempo
dove è quiete e silenzio,
c'è qualcuno che chiama
senti quella campana
che suona per te.
C'è qualcuno che ti ama
come quella campana
che parla per te
(parole e musica di M. Bubola)
E Giuditta uscì il mattino e scese il monte
salutò la sua città e scese il monte
era pallida e lucente con Iddio dalla sua parte
fu così - ehi, ehi! - che scese il monte.
E Giuditta andò alla tenda da Oloferne
E Giuditta andò alla tenda da Oloferne
disse - Salvami la vita, ti darò Gerusalemme! -
Fu così che disse ad Oloferne.
Poi Giuditta versò il vino ad Oloferne
poi Giuditta versò il vino ad Oloferne
quando cadde ubriaco gli tagliò di netto il capo
tagliò il capo, sì, ad Oloferne.
Tutto è legato, tutto è legato
presente e passato, paradiso e peccato.
Tutto è legato, tutto è legato
il sangue è versato, il patto è salvato.
Ed Abramo con Isacco salì al monte
ed Abramo con Isacco salì al monte
ed il figlio chiese al padre - Chi dobbiam sacrificare? -
Ed Abramo baciò Isacco sulla fronte.
Poi Abramo mise Isacco sull'altare
poi Abramo mise Isacco sull'altare
ma poi l'angelo arrivò ed il braccio gli bloccò
Fu così che accadde al monte.
Tutto è legato, tutto è legato
presente e passato, paradiso e peccato.
Tutto è legato, tutto è legato
il sangue è versato, il patto è salvato.
(SOLO)
Tutto è legato, tutto è legato
presente e passato, paradiso e peccato.
Tutto è legato, tutto è legato
il sangue è versato, il patto è salvato.
C'era un uomo sulla croce là sul monte
c'era un uomo sulla croce là sul monte
ed il cielo aprì i suoi occhi e la terra aprì la fronte
per quell'uomo, sì, là sul monte
ed il cielo aprì i suoi occhi e la terra aprì la fronte
per quell'uomo, sì, là sul monte
(parole e musica di M. Bubola)
Per quanto tempo mi penserai?
Vorrei sapere quanto.
Fra quanto tempo mi chiamerai?
Tu dimmi, dimmi quanto.
Per quanto tempo, quanto
mai durerà l'incanto?
Perché vorrei cadere con te
tu non sai quanto quanto.
Quanto, quanto
camminerai al mio fianco?
Quando, quando
ti vestirai di bianco?
Per quanto tempo tu ballerai
su questo azzurro mambo?
E quanto tempo mi canterai
quel misterioso canto?
Per quanto tempo, quanto
mai durerà l'incanto?
Perché vorrei bruciare con te
tu non sai quanto, quanto.
Quanto, quanto
camminerai al mio fianco?
Quando, quando
ti vestirai di bianco?
E quante volte mi seguirai
fino a toccare il fango?
Per quante volte io bagnerò
di lacrime il tuo pianto?
Per quanto tempo, quanto
mai durerà l'incanto?
Delle tue valli io sarò il re
tu dimmi, dimmi, quanto ?
Quanto, quanto
camminerai al mio fianco?
Quando, quando
ti vestirai di bianco?
Quanto, quanto
camminerai al mio fianco?
Quando, quando
ti vestirai di bianco?
Quanto, quanto
camminerai al mio fianco?
Quanto, quanto
mai durerà l'incanto?
(parole e musica di M. Bubola)
Chésta notte solo rimango ccà
mentre 'o firmamento se sta a cuntà.
Jetta 'a luna, jetta 'a croce
famme sperà doce doce.
Jetta 'a luna, jetta 'a voce
dimme che l'ammore me scetarrà.
Tutto 'o juòrno te stette ad aspettà
juorni che so' mise so' eternità.
Jetta 'a luna, jetta 'a croce
famme durmì doce doce.
Jetta 'a luna, jetta 'a voce
dimme che l'ammore me scetarrà.
Nuvole nere 'o mare stanno a sfreggià
comme 'sti pensieri pe' turmentà.
Jetta 'a luna, jetta 'a croce
famme sunnà doce doce.
Jetta 'a luna, jetta 'a voce
dimme che l'ammore me scetarrà.
Schiòve dint' 'o chiostro e 'o melograno
'e rosa me colora 'e fenèste chiano.
Jetta 'a luna, jetta 'a croce
famme murì doce doce.
Jetta 'a luna, jetta 'a voce
dimme che l'ammore me scetarrà.
Jetta 'a luna, jetta 'a voce
dimme che l'ammore me scetarrà
(parole e musica di M. Bubola)
Vengo dal buio
salgo verso il tuo trono.
Vengo dalla ragione
salgo verso il perdono.
Dopo mesi di pioggia
e di cani ringhianti,
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù.
Vengo da Canterbury,
vado verso Santiago.
Vengo da Roma
a Gerusalemme me ne vado.
Dopo mesi di fango
e di diavoli erranti,
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù.
Non senti un canto che vien da laggiù,
sono api e sono cicale.
Gli alberi ridono su quei campi blu perché
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù.
Ho veduto i tuoi occhi
come stelle cadenti,
sei passata nel fuoco
tra lame lucenti.
Dopo mesi di freddo
sconosciuti rimpianti
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù.
Non vedi la gente che balla laggiù,
quel carnevale che viene
e quei bambini col naso all'insù perché
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù.
Tu dici - Ricordami, amore, di dimenticare! -
- Io desidero di te ogni cosa che riesco a ricordare! -
Dopo mesi di nebbie
senza niente davanti
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù
tornano i santi quaggiù
© 2022 tutti i diritti riservati Edizioni Musicali srl | Via Catena 26 – 37023 Grezzana (VR) | P.I. 02866010230 C.F. e Registro Imprese 10980430150 | Privacy