(parole e musica di M.Bubola e P.Fabrizi)
In un altro tempo e un'altra vita, ero fuggiasco e disertore
e la mia anima era in piena, ma vuoto era il mio cuore
c'era una jena e c'era un falco ai bordi della strada
e c'era un uomo senza ombra in fondo che aspettava.
È solo un sogno di più
una commedia senza senso
è un libro oscuro, un flusso di volti e luoghi scekerati dal vento
È un sogno in più
un salto, un lungo smarrimento
è una paralisi del cuore
un caleidoscopico spavento
Li avevo visti bene in faccia, questo mi condannava
avevo visto il tuono e il lampo e l'auto che saltava
Cambiai il mio nome, cambiai il mio segno, braccato e senza gloria
avevo un giudice o un sicario sulla mia traiettoria
È solo un sogno di più
o un tipo di presentimento
è un incidente della memoria o un labirintico tormento.
E un sogno in più
che non va a ritmo e non va a tempo
è una caduta in volo, una serie di immagini senza collegamento.
E benvenuta, tu l'Aurora, che accendi tutte le candele
e questa stanza nuvolosa, trasformi in cattedrale
È solo un sogno, è solo un sogno di più
una commedia senza senso
è un libro oscuro, un flusso di volti e luoghi scekerati dal vento.
È un sogno in più
un salto, un lungo smarrimento
è una paralisi del cuore
un caleidoscopico spavento.
È un sogno in più, è solo un sogno, è solo un sogno di più
è solo un sogno, solo un sogno di più
(parole di M. Bubola, musica di M.Bubola e P. Fabrizi)
Io disegnavo ali, tu volavi
io costruivo chitarre, tu le suonavi
io mischiavo le carte, tu le giocavi
io annegavo nell'acqua, tu ci camminavi.
Io ero il braccio, tu la mente
io ero lo stagno, tu la corrente
tu andavi verso l'Ovest, io rimanevo all'Est
io ero tu, tu eri me.
Io e te, tu ed io
nella stessa lacrima di Dio
io e te, tu ed io
un doppio sguardo, un doppio lungo addio
un doppio salto, un doppio lungo addio.
Io ero dalla parte di chi ha sempre saputo
tu eri dalla parte di chi non ha mai taciuto
io tentato dal Demonio e tu da Cristo Re
io ero tu, tu eri me.
Tu eri il santo, io l'assassino
io ero il mercante, tu l'indovino
io avevo novant'anni, tu sempre ventitrè
io ero tu, tu eri me.
Io e te, tu ed io
nella stessa pagina di Dio
io e te, tu ed io
un doppio abbraccio, un doppio lungo addio
un doppio salto, un doppio lungo addio.
Ho sognato che stavi sognando di me
Hai sognato che stavo sognando di te
e lo specchio infinito continuava perché
io ero tu, tu eri me
io ero tu, tu eri me.
Io e te, tu ed io
nello stesso specchio in mano di Dio
Io e te, tu ed io
un doppio bacio, un doppio lungo addio
un doppio salto, un doppio lungo addio.
Io e te, tu ed io
nella stessa lacrima di Dio
io e te, tu ed io
un doppio sguardo, un doppio lungo addio
un doppio salto, un doppio lungo addio
un doppio sparo, un doppio lungo addio
(testo di M. Bubola, musica di M. Bubola e P. Fabrizi)
Sei solo un uomo ridicolo
un uomo che non sa immaginarsi un miracolo o una perplessità
vivi di piccoli calcoli e grandi vanità
non hai amici, ma complici della tua infedeltà.
Sei solo un uomo ridicolo
un uomo che non va allo sbaraglio di un attimo, un attimo di verità
sai rifugiarti negli angoli, se sei in difficoltà
difenderti attaccando è la tua specialità
Hai mai amato qualcuno?
Hai mai difeso qualcosa?, qualcosa?.
Sei solo un uomo ridicolo
un uomo senza qualità
che parla troppo per credere a quello che dirà
che dirà
che dirà
a quello che dirà
che dirà
(testo di M. Bubola, musica di M. Bubola e P. Fabrizi)
A tredici anni, a tredici anni, lasciò il lavoro dal barbiere
a tredici anni, a tredici anni, un baby killer di mestiere
portava ordini e sentenze, portava pacchi ed altre essenze
col motorino e il suo ?cannone», girava come un ape col suo pungiglione.
A quindici anni, quindici anni, era già il boss del suo quartiere
a quindici anni, a quindici anni, nessuno gliela dava a bere
dai negozianti ai trafficanti, dai travestiti agli ambulanti
prendeva un reddito puntuale, chi non pagava allora si voleva male.
Aveva un nome ed un cognome, ma lo chiamavano Alì Zazà
quaranta erano i suoi compagni, tutta la banda, tutta la banda «Carità».
A diciott'anni, a diciott'anni fece uno sgarro a un pezzo grosso
a diciott'anni, a diciott'anni, fu battezzato con il fuoco
venne attirato in un tranello, un chiarimento al vecchio macello
c'era un garante, ed un ostaggio, non gli bastò solo il suo coraggio
Aveva un nome ed un cognome, ma lo chiamavano Alì Zazà
quaranta erano i suoi compagni, tutta la banda, tutta la banda «Carità».
Dopo tre anni, dopo tre anni, chi scommetteva d'averlo visto
al Casinò di Montecarlo o in un bordello a San Domingo
non c'era il corpo non fu mai trovato, nell'imboscata in quel massacro
ma anche questo, io ve lo giuro, non lo darei mai per sicuro.
Aveva un nome ed un cognome, ma lo chiamavano Alì Zazà
quaranta erano i suoi compagni, tutta la banda, tutta la banda «Carità»
(testo e musica di M. Bubola)
Ogni volta che ti ricordo mi si annebbiano gli occhi e il cuore
ogni volta che ti ripenso vedo immagini al rallentatore
tu in bicicletta con il tuo cappotto mentre ritorni da lavorare
tu in bicicletta sotto il mantello che segui il fiume per dimenticare
la distanza infinita fra i tuoi capelli e la mia mano.
... E amore niente niente, amore niente passa invano
nessun dolore, amore, amore niente passa invano.
Ogni volta che alzo gli occhi non ho il coraggio di domandare
ogni volta che provo a scriverti mi si confondono le parole
rileggo e tutto mi sembra cenere contrabbandata per poesia
sono montagne russe i nostri cuori, la tua anima e la mia
sono cessati spari e grida. Questo è il silenzio che volevamo?
... E amore niente niente, amore niente passa invano
nessun dolore, amore, amore niente passa invano.
Oggi ho ripreso quelle tue pagine, ho ripercorso tutte le stazioni
mi son seduto nelle tue stanze, mentre cambiavano le stagioni
ho aperto gli occhi e ho visto luci, macchine in fila al distributore
gente che ha freddo, gente che ha fretta di ripartire o di rincasare
in questa sera di pioggia sporca e infinita su Milano.
...ripeto niente, niente, amore niente passa invano
nessun dolore, amore, amore niente passa invano
(testo e musica di M. Bubola)
Il cielo d'Irlanda è un oceano di nuvole e luce
il cielo d'Irlanda è un tappeto che corre veloce
il cielo d'lrlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù
ti annega di verde e ti copre di blu
ti copre di verde e ti annega di blu.
Il cielo d'Irlanda si sfama di muschio e di lana
il cielo d'Irlanda si spulcia i capelli alla luna
il cielo d'Irlanda è un gregge che pascola in cielo
ci ubriaca di stelle di notte e il mattino è leggero
si ubriaca di stelle e il mattino è leggero.
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te.
Il cielo d'Irlanda è un enorme cappello di pioggia
il cielo d'Irlanda è un bambino che dorme sulla spiaggia
il cielo d'Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero
ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero
ma dopo un momento ci fa brillare più del vero.
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia bevendo con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te.
Il cielo d'Irlanda è una donna che cambia spesso d'umore
il cielo d'Irlanda è una gonna che gira nel sole
il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica
ci apre e ci chiude nel tempo della musica
si apre e si chiude col ritmo della musica
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia ballando con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te
(testo e musica di M. Bubola)
Ti ha già cambiato cento volte il nome e tu lo segui
ti ha rinnegata e spergiurata e ancora tu gli credi
chi alzerà quella bandiera nera sopra il tuo cuore
chi alzerà quella bandiera lo chiamerai amore.
Ti ha crocefisso cento volte e ancora tu lo preghi
ti ha già bruciato gli occhi coi suoi occhi e ancora tu lo vedi
chi poserà quel fiore nero nero sul davanzale
chi poserà quel fiore nero lo chiamerai amore.
C'è un pozzo di desideri pieno di terra
diamanti seppelliti nella miniera
ci sono dodici rose sporche di sangue
che fanno una corona sulla tua fronte.
Ha già passato cento notti alla tua porta sotto la neve
ha già bussato cento volte e ancora non vieni ad aprire
chi canterà quella canzone nuova al tuo passare
chi canterà quella canzone, lo chiamerai amore
C'è un pozzo di desideri pieno di terra
diamanti seppelliti nella miniera
ci sono dodici rose rossoporporine
che fanno una corona, corona di spine.
Io canterò quella canzone nuova al tuo balcone
se canterò questa canzone, chiamami amore
(testo di M. Bubola, musica di M. Bubola e P. Fabrizi)
Avrei voluto diventare Dostoevskij per curvare le parole
per ogni piega, ogni distanza, ogni riflesso che ci scardinava il cuore
avrei voluto insieme a te rubare l'acqua della Luna
ma come Orlando ho perso il senno e ho perso anche la fortuna.
Avrei voluto cancellare dai tuoi occhi quella noia e quella solitudine
ma allora davo troppe cose per scontate e non ti seguivo più
come la pioggia anche l'amore rinfresca una stagione ostile
come la pioggia anche l'amore è destinato poi a finire.
Le cose più importanti come sempre noi le diciamo senza voce
basta guardarsi dietro il vetro di un perdono o sotto un battito di luce
e il pianto vero non ha lacrime, né spettatori né rifugio
ci siamo persi in un bicchiere e ritrovati in un naufragio
Avrei voluto diventare Dostoevskij per curvare le parole
per ogni piega, ogni distanza, ogni riflesso che ci scombinava il cuore
avrei voluto insieme a te rubare l'acqua della Luna
ma come tanti ho perso il tempo e ho perso anche la fortuna
(testo e musica di M. Bubola)
Dal cerchio del mistero
tutti assolti
dagli orfani del cielo
tutti assolti
dagli angeli del mare
tutti assolti
dal Principe del Buio
tutti assolti.
Dal piombo e dal cemento
tutti assolti
dal sangue degli innocenti
tutti assolti
le spazzerà via il vento
le cancellerà la pioggia
le tracce del Serpente e delle Volpi.
Tutti assolti
noi li vediamo andare tutti assolti
eppure conosciamo bene i loro nomi e i loro volti
ma li vediamo andare tutti assolti.
Dal Giubileo d'Oriente
tutti assolti
dall'Urna al Santo Uffizio
tutti assolti
da Galileo a Cartesio
tutti assolti
dal Tessitore Occulto
tutti assolti.
Tutti assolti
noi li vediamo andare tutti assolti
eppure conosciamo bene i loro nomi e i loro volti
ma li vediamo andare assolti
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