(testo e musica di M. Bubola)
Il cielo d'Irlanda è un oceano di nuvole e luce
il cielo d'Irlanda è un tappeto che corre veloce
il cielo d'lrlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù
ti annega di verde e ti copre di blu
ti copre di verde e ti annega di blu.
Il cielo d'Irlanda si sfama di muschio e di lana
il cielo d'Irlanda si spulcia i capelli alla luna
il cielo d'Irlanda è un gregge che pascola in cielo
ci ubriaca di stelle di notte e il mattino è leggero
si ubriaca di stelle e il mattino è leggero.
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te.
Il cielo d'Irlanda è un enorme cappello di pioggia
il cielo d'Irlanda è un bambino che dorme sulla spiaggia
il cielo d'Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero
ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero
ma dopo un momento ci fa brillare più del vero.
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia bevendo con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te.
Il cielo d'Irlanda è una donna che cambia spesso d'umore
il cielo d'Irlanda è una gonna che gira nel sole
il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica
ci apre e ci chiude nel tempo della musica
si apre e si chiude col ritmo della musica
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia ballando con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te
(parole e musica di Massimo Bubola e Fabrizio De Andrè)
Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei e sui fatti tuoi
e al dio degli inglesi non credere mai.
E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di Lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo muto
e al loro dio perdente non credere mai.
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocefisso sulla chiesa
crocefisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di crema
e al loro dio goloso non credere mai.
E forse avevo 18 anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubai
e al dio della Scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta Andaluso
"Per la caccia al bisonte - disse - il numero è chiuso"
e a un dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horne
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tute blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui no era venuto in pace
e a un dio con la pipa non credere mai.
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in u teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria
e a un dio senza fiato non credere mai.
Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
Andrea aveva un amore riccioli neri
Andrea aveva un dolore riccioli neri.
C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
c'era scritto e la firma era d'oro era firma di re
ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia
ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Occhi di bosco contadino del regno profilo francese
occhi di bosco soldato del regno profilo francese
e Andrea ha perso l'amore la perla più rara
e Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura.
Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo
Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo
il secchio gli disse «Signore il pozzo è profondo
più fondo del fondo degli occhi della Notte e del Pianto»
lui disse «Mi basta mi basta che sia più profondo di me»
lui disse «Mi basta mi basta che sia più profondo di me»
(testo e musica di M. Bubola)
Parlando e piangendo appese la giacca al muro
poi chiese una birra mettendosi al sicuro
«Questa è una valle di lacrime, acqua che non annega»
poi disse «Ho perso Maria, Maria che mi voleva».
«In piedi alla finestra l'aspettai una estate intera
leggendo la sua foto sotto il soffitto che cadeva
e forse l'ho aspettata troppo e non so più chi sia
ed eravamo chiusi all'Agip motel cercando Maria
E la sua voce era tutto e non mi accorsi che fuori diluviava
e non ricordo cosa stavo guardando mentre lui parlava
poi tirò fuori un anello e disse; «Guarda mi è costato una pazzia!»
Ed eravamo chiusi all'Agip motel cercando Maria.
Cercando Maria guardando Maria
Maria che ci consola Maria che ci perdona
guardando Maria seguendo Maria
Maria che ci consola Maria che ci perdona.
Un giocatore al bar pregava con la testa in giù
mentre il perdente nella toilette ormai non cresce più
e giocò contro un vecchio un «buio», perse soldi
e giovinezza e tuttavia
noi eravamo chiusi all'Agip motel cercando Maria.
Poi il cameriere uscì dal cesso pallido come uno specchio
disse «Hanno fatto fuori quello del tavolo due, quello più piccoletto»
l'ambulanza arrivò di lontano e lontano tornò via
ed eravamo chiusi all'Agip motel cercando Maria
Cercando Maria guardando Maria
Maria che ci consola Maria che ci perdona
cercando Maria seguendo Maria
Maria che ci consola Maria che ci perdona
(testo e musica di M. Bubola e F. De Andrè)
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni figlio di un temporale
c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.
I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek.
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
l'inferno in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.
Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek
(testo e musica di M. Bubola)
Ogni volta che ti ricordo mi si annebbiano gli occhi e il cuore
ogni volta che ti ripenso vedo immagini al rallentatore
tu in bicicletta con il tuo cappotto mentre ritorni da lavorare
tu in bicicletta sotto il mantello che segui il fiume per dimenticare
la distanza infinita fra i tuoi capelli e la mia mano.
... E amore niente niente, amore niente passa invano
nessun dolore, amore, amore niente passa invano.
Ogni volta che alzo gli occhi non ho il coraggio di domandare
ogni volta che provo a scriverti mi si confondono le parole
rileggo e tutto mi sembra cenere contrabbandata per poesia
sono montagne russe i nostri cuori, la tua anima e la mia
sono cessati spari e grida. Questo è il silenzio che volevamo?
... E amore niente niente, amore niente passa invano
nessun dolore, amore, amore niente passa invano.
Oggi ho ripreso quelle tue pagine, ho ripercorso tutte le stazioni
mi son seduto nelle tue stanze, mentre cambiavano le stagioni
ho aperto gli occhi e ho visto luci, macchine in fila al distributore
gente che ha freddo, gente che ha fretta di ripartire o di rincasare
in questa sera di pioggia sporca e infinita su Milano.
...ripeto niente, niente, amore niente passa invano
nessun dolore, amore, amore niente passa invano
(parole e musica di Massimo Bubola e Fabrizio De André)
È una storia da non raccontare
è una storia da dimenticare
è una storia un po' complicata
è una storia sbagliata.
Cominciò con la luna sul posto
e finì con un fiume d'inchiostro
è una storia un poco scontata
è una storia sbagliata.
Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite
ora che il cielo al centro le ha colpite.
È una storia di periferia
è una storia da una botta e via
è una storia sconclusionata
è una storia sbagliata.
Una spiaggia ai piedi del letto
stazione Termini ai piedi del cuore
è una notte un po' concitata
una notte sbagliata.
Notte diversa per gente normale
notte comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite
ora che il cielo al centro le ha colpite.
È una storia per carabinieri
è una storia per parrucchieri
è una storia un po' sputtanata
è una storia sbagliata.
È una storia macchiata di nero
è una storia da basso impero
è una storia mica male insabbiata
è una storia sbagliata.
Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite
ora che il cielo al centro le ha colpite.
E per il segno che ci è rimasto
non ripeterci quanto ti spiace
non ci chiedere più come è andata
tanto lo sai che è una storia sbagliata
tanto lo sai che è solo un'altra storia sbagliata
tanto lo sai che è una storia sbagliata.
(testo di M. Bubola e F. De André, musica di M. Pagani)
Io mi chiamo Pasquale Cafiero
e son brigadiero d'o carcere oiné!
io mi chiamo Cafiero Pasquale
sto a Poggio Reale dal '53
e al centesimo catenaccio
alla sera mi sento 'no straccio
per fortuna che al braccio speciale
c'è un uomo geniale che parla cummé.
Tutto il giorno con quattro 'nfamoni
briganti, papponi, cornuti e lacché
tutte ll'ore co'sta fetenzia
che sputa minaccia e s'à piglia cummé
ma alla fine m'assetto papale
mi sbottono mi leggo ò giurnale
mi consiglio con don Raffaé
mi spiega che penso e bevimm' ò café.
Ah che bell'ò café
pure in carcere 'o sanno fà
cà ricetta ch'a Ciccerenella
compagno di cella ci ha dato a mammà.
Prima pagina venti notizie
ventun' ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s'indigna, s'impegna
poi getta la spugna con gran dignità
mi scervello e mi asciugo la fronte
per fortuna c'è chi mi risponde
a quell'uomo sceltissimo e immenso
io chiedo consenso a don Raffaè.
Un galantuomo che tiene sei figli
ha chiesto 'na casa e ci danno i consigli
mentre 'o assessore che Dio lo perdoni
'ndrento a 'e roullotte ci alleva i visoni
voi ve basta nà mossa nà voce
c'ha 'sto Cristo ce levano 'a croce
co' rispetto s'è fatto le tre,
vulite 'a spremuta o vulite 'o cafè.
Ah che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fà
cà ricetta ch'a Ciccerenella
compagno di cella ci ha dato a mammà.
Ah, che bello 'o cafè
pure in carcere 'o sanno fa
cà ricetta di Ciccerenella
compagno di cella, preciso a mammà
Ca ce stà l'inflazione, la svalutazione
e la borsa ce l'ha chi ce l'ha
io non tengo compendio che chillo stipendio
e un ambo se sogno a papà
aggiungete mia figlia Innocenza
vo' marito e nun tiene pazienza
non chiedo la grazia pemmé,
vi faccio la barba o la fate da sé.
Voi tenete 'o cappotto cammello
che al maxiprocesso eravate 'o chiù bello
'nu vestito gessato marrone
così ci sembrava alla televisione
pe' 'ste nozze vi prego Eccellenza
m'i prestasse pe' fare presenza
io già tengo le scarpe e 'o gillé
gradite 'o Campari o vulite 'o cafè.
Ah che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fà
co' a ricetta ch'a Ciccerenella
compagno di cella ci ha dato a mammà.
Ah, che bello 'o cafè,
pure in carcere 'o sanno fa
ca' ricetta di Ciccerenella
compagno di cella, precisa a mammà
Ca non c'è più decoro le carceri d'oro
ma chi l'ha mai viste chissà
chiste so' fatiscenti pe' chisto i fetenti
se tengono l'immunità
don Raffaè voi politicamente
io ve lo ggiuro sarebbe 'nu santo
ma 'ca dinto voi state a pagà
e fora chiss'atre se stanno a spassà.
A proposito tengo 'nu frate
che da quindici anni sta disoccupato
chill'ha fatto quaranta concorsi
novanta domande e duecento ricorsi
voi che date conforto e lavoro
Eminenza vi bacio v'imploro
chillo duorme co' mamma e co' me
che crema d'Arabia ch'è chisso cafè
(testo e musica di M. Bubola)
Chilometri, chilometri
di chiodi, croci e crimini
ecco quello che tu lasci dietro di te
Chilometri, chilometri
di crani, cristi e crepiti
ecco la guerra che tu fai, piccolo re
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
i denti gialli del lupo nella tempesta
Chilometri, chilometri
di vedove e di orfani
ecco quello che tu lasci dietro di te
Chilometri, chilometri
di diavoli e di fulmini
ecco la guerra che tu fai, piccolo re
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
i denti gialli del lupo nella tempesta
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
vedo le mosche coprire la tua finestra
e se c'è un Dio
e se c'è mai un Dio
peggio per te
sì, peggio per te
(solo)
Centimetri, centimetri
cecchini centri cimici
ecco quello che tu lasci dietro di te
centimetri, centimetri
solo cinque centimetri
perché tu vada all'inferno, piccolo re
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
i denti gialli del lupo nella tempesta
Vedo dei corvi volare sulla tua testa
vedo le mosche coprire la tua finestra
. . . . . . . . . .
(parole e musica di Massimo Bubola e Fabrizio De André)
Teresa ha gli occhi secchi
guarda verso il mare
per lei figlia di pirati
penso che sia normale.
Teresa parla poco
ha labbra screpolate
mi indica un amore perso
a Rimini d'estate.
Lei dice bruciato in piazza
dalla Santa Inquisizione
forse perduto a Cuba
nella rivoluzione
o nel porto di New York
con la caccia alle streghe
oppure in nessun posto
ma nessuno le crede.
Rimini, Rimini
E Colombo la chiama
dalla sua portantina
lei gli toglie le manette ai polsi
gli rimbocca le lenzuola
"Per un triste re cattolico - le dice -
ho inventato un regno
e lui lo ha macellato
su una croce di legno.
"E due errori ho commesso" - mi dice
- due errori di saggezza
abortire l'America
poi guardarla con dolcezza
ma voi che siete uomini
sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse
a chi non le mantiene".
Rimini, Rimini
Ora Teresa è all'Harry's Bar
guarda verso il mare
per lei figlia di droghieri
penso sia normale.
Porta una lametta al collo
è vecchia di cent'anni
di lei ho saputo poco
ma sembra non inganni.
"E due errori ho commesso
due errori di innocenza
abortire il figlio del bagnino
e poi guardarlo con dolcezza
ma voi che siete a Rimini
fra i gelati e le bandiere
non fate più scommesse
sulla figlia del droghiere".
Rimini, Rimini, Rimini, Rimini
(testo e musica di M. Bubola)
Ho perduto tutti
mi son perso anch'io
là nella battaglia
dolce amore mio
Ordine d'assalto
cinque di mattina
correvamo in alto
verso la collina
Poi scoppiò l'inferno
caddi a faccia ingiù
giù dentro l'inverno
poi non ricordo più
e dal grande inverno
non si torna più
Gonne al vento, luce e gerani, io ti vedo lì
con la prima neve ai balconi, tu pensami così
mentre girano come alberi
gli anni e le stagioni
la vita che se ne va
in un attimo
un attimo ....
Rosso sopra verde
è la mia divisa
chiamo e non mi sento
puoi sentirmi tu?
(parole di M. Bubola, musica di M. e S. Severini)
Là dove scendono le strade
dove finisce la città
c'è una trincea di vetri ed assi
dove ogni sogno è realtà.
Siamo cresciuti come l'erba
ai bordi della ferrovia
mi hai detto - Io sarò una stella -
ma il vento ci ha strappato via.
Rossa è la notte
e il cielo è una ferita
che il tempo non richiuderà
là dove scendono le strade
il nostro cuore si perderà
il nostro cuore si troverà.
Ti han vista andare verso l'alba
per una strada di Amsterdam
ti ho scritto tanto e così a lungo
ma tu non mi hai risposto più.
Rossa è la notte
e il cielo è una ferita
che il tempo non richiuderà
là dove scendono le strade
il nostro cuore si perderà
il nostro cuore si troverà
Figlia dimmi figlia che ti vuoi partire
Figlia dimmi figlia dove devi andare
Figlia dolce figlia che mi vuoi lasciare
Figlia unica figlia occhi di tua madre
Picchia col martello picchia contro il muro
Dietro a quel fucile troverai un tesoro
Prendi le monete sono cinque d'oro
Cucile all'interno del mantello nero
E adesso vai vai vai
Sella il cavallo e poi vai vai vai
Che canta il gallo ora vai vai vai
Dove ti porta il vento vai
Vai vai vai col tuo cappello rosso
Vai vai vai con il violino addosso
Vai vai vai dove ti porta il vento vai
La moneta con la luna e con la sirena
Spendila per traghettare il fiume in piena
Usa la seconda con l'imperatore
Dalla al mendicante che dirà il tuo nome
Quella con il falco e con la scimitarra
Ai pirati in mare ed ai briganti in terra
Quando falce in pugno morte arriverà
Tienila tra i denti che ti salverà
E adesso vai vai vai
Sella il cavallo e poi vai vai vai
Che canta il gallo ora vai vai vai
Dove ti porta il vento vai
Vai vai vai col tuo cappello rosso
Vai vai vai con il violino addosso
Vai vai vai dove ti porta il vento vai
La quarta con la spada che trafigge il cuore
Pagherà l'anello del tuo primo amore
L'ultima col carro che trasporta il sole
Devi conservarla per poi ritornare
E adesso vai vai vai
Sella il cavallo e poi vai vai vai
Che canta il gallo ora vai vai vai
Dove ti porta il vento vai
Vai vai vai col tuo cappello rosso
Vai vai vai con il violino addosso
Vai vai vai dove ti porta il vento vai
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